Erba - Guida Turistica

CERCA ALBERGHI
Alberghi Erba
Check-in
Check-out
Altra destinazione


.: DA VEDERE
CASTELLO DI CASIGLIO
 Il castello di Casiglio è uno dei monumenti della storica famiglia dei Parravicini, ramo non secondario dei potenti signori di Carcano. I Parravicini lasciarono la loro impronta non solo nell'abitato fortificato da cui presero il nome, ma anche nei castelli di Casiglio, Pomerio, Tregolo di Costamasnaga. Non è certo, ma molto probabile anche il loro dominio sui castelli di Erba e di Buccinigo.
 Unitamente alle fortificazioni, essi distribuirono nell'Erbese un buon numero di chiese, alcune rimaste come cappelle private, altre aperte alle popolazioni. Una di queste è certamente Santa Maria di Casiglio entro la quale riposa, in una pregevole urna marmorea trecentesca sorretta da due colonne cilindriche, Beltramino Parravicini Legato a Latere per il Papa Benedetto XI oltre che figlio del signore di Casiglio.
 Può essere indicativo che la chiesa di Santa Maria non sorgesse nell'area del castello, ma ad una certa distanza. Ciò potrebbe far pensare che tanto la chiesa quanto il castello fossero di epoca più tarda rispetto ai fasti della fortezza di Carcano, la quale aveva al suo interno la chiesa di San Nazaro, noto sacrario dei Parravicini.
CASTELLO DI ERBA
 Il castello di Erba sorgeva in cima ad un poggio a terrazze e si apriva sul grande parco che sovrasta la parte alta di Erba e la distesa di colline degradanti fino a Parravicino e al lago di Alserio.
 Doveva essere un castello ben munito se poté sottostare ai durissimi assalti e alle potenti distruzioni, durante le scorrerie di Federico Barbarossa, le guerre di Como coi Rusca, i Torriani, i Visconti e gli Sforza.
 I primi proprietari, membri della famiglia ghibellina Di Herba, divengono vicari imperiali per decreto di Federico Barbarossa, poi marchesi del luogo e, sul finire del '600, uniscono il loro cognome a quello degli Odescalchi in virtù della parentela con il papa Innocenzo XI.
 Nel 1160 i borghigiani di Erba partecipano alla gloriosa battaglia di Carcano, detta anche di Tassera, alleandosi con i Milanesi contro Federico Barbarossa e il castello sopporta duri assalti.
ROCCA VILLINCINO
 Sorgeva questa rocca su un rialzo acciottolato nella piccola piazza Torre in località Vill'Incino che costituì tra il XIII e il XIV secolo un attivo centro medioevale. In origine il forte apparteneva ai Carpani, la loro ultima discendente visse nella casa - detta stallazzo - nella vicina piazzetta Prina. Ancora oggi si possono scorgere un portico ad archi ribassati, soffitti a cassettoni del '400 con lacunari in parte affrescati con ritratti di gentiluomini e di dame dell'epoca, finestre trecentesche in cotto.
 Dopo la battaglia di Desio (1277) quando vennero abbattuti i castelli, anche quello di Vill'Incino resta abbandonato, ma verso il 1500 diviene sede di religiosi. Con l'editto di Saint Cloud nel 1810 l'edificio viene messo all'asta e aggiudicato a un Casati.
 Oggi del castello, elencato tra i monumenti nazionali, resta solamente un rudere. Esso è in posizione lievemente sopraelevata e il suo portale a volta chiusa conserva un'elegante bifora con colonnetta in marmo di Candoglia.
Chiesa S. EUFEMIA
 Riconosciuta tra le chiese plebane più antiche della diocesi, Sant'Eufemia di Incino è stata oggetto di numerosi studi e continue ricerche che hanno permesso di datare la sua origine alla metà del V secolo.
 La chiesa, come la descrive in uno studio Sandro Mazza, "si presenta come una lunga ed alta aula monoabsidata " con locali adibiti a sacrestia e a cappelle nel lato meridionale. Ha subito vari ampliamenti, uno dei quali nel XVI secolo, con l'allungamento della navata che fu portata fino a ridosso del campanile.
 Davanti alla chiesa originariamente si trovavano il battistero e il cimitero, riportati alla luce durante la campagna di scavi del 1994.
 A nord della facciata si trova il campanile in stile romanico del XII secolo.
 La navata, a pianta rettangolare con soffitto a capriate recenti, presenta, sulla destra entrando, una cappella che conserva un antico affresco della madonna rimaneggiato nel secolo scorso. La cappella fu istituita dalla più importante famiglia locale, quella dei Parravicini.
 L'abside, a pianta semicircolare è una delle parti più antiche della chiesa. Quattro lesene la suddividono in tre sezioni verticali.
 Prima del XI secolo fu costruita sotto l'altare la cripta divisa in tre piccole navate.
 Nella chiesa sono conservati, oltre all'affresco della cappella, due quadri del XVI secolo: a sinistra uno che rappresenta la Madonna e a destra l'Annunciazione.
Chiesa S. MARIA DEGLI ANGELI (o S. Antonio Abate)
 Il sacro edificio fu, fino alla fine del secolo XVIII, la chiesa dell'ex convento dei padri Riformati: soppresso e abbattuto l'adiacente monastero e costruita in suo luogo la neoclassica villa Amalia, ne divenne la cappella. La fondazione francescana, messa all'asta, fu comperata dall'avvocato milanese Rocco Marliani, trasformata in villa dall'architetto Leopoldo Pollak negli anni 1798-1801 e dedicata dal Marliani alla moglie Amalia.
 La chiesa fu consacrata il 21 gennaio 1498 dal francescano Mons. Guglielmo, Vescovo titolare di Segone in Corsica, perciò detto Corsico.
ORATORIO DI S. PIETRO
 E' situata nel centro storico medioevale di Buccinigo oltre l'antica torre, unico avanzo del castello di Buccinigo.
 Risale al XV secolo ed ha un piccolo campanile a vela con una sola campana.
 La chiesetta conserva affreschi cinquecenteschi di grande rilevanza storica. Durante la paziente opera di restauro del 1978 è venuta in luce nel presbiterio una Crocifissione, l'opera più importante, datata 1513, firmata J. Andrea de Magistris, un buon pittore che ha lasciato molte opere nelle chiese del comasco e del varesotto.
 A fianco della Crocifissione è stato scoperto un affresco, del quale si legge la data: 1498. E' firmato Andrea di Gentilino (da Como), lo stesso che ha eseguito l'affresco dell'ex-abbadia di Sant'Antonio in frazione San Maurizio.
 Studi recenti farebbero pensare che Andrea di Gentilino appartenga alla famiglia De Magistris che si alternava nel lavoro sull'affresco man mano che questo veniva deteriorato.
 E' pure conservata l'antica statua lignea di San Giuseppe che si trovava nella chiesa parrocchiale di San Cassiano, dalla quale fu trasportata alla fine del secolo scorso per volere del Cardinal Ferrari, giunto in visita pastorale.
 L'oratorio di San Pietro, insieme a quello di San Bernardino in frazione Pomerio, è l'edificio religioso più antico della parrocchia di Buccinigo.
ORATORIO DEI SS. RE MAGI (o S. Rocco)
 L'oratorio dei Re Magi (XVI sec.) è situato nella frazione di Carpesino.
 Carpesino, borgo medioevale della piana d'Erba, apparteneva con altri territori alla Pieve di Incino.
 Nel 1512 i parrocchiani della chiesa di Santa Maria e dei Magi avviarono la procedura per ottenere la separazione da San Pietro di Brugora, alla quale si trovavano sottoposti.
 Il culto dei Magi, tanto sentito dagli abitanti di Carpesino, come del resto in tutta la diocesi di Milano, rimase nel tempo così vivo che quando, nel 1860 l'oratorio venne consacrato solo esclusivamente a Santa Maria delle Rose, la popolazione continuò a chiamarlo oratorio dei Magi.
 Esso servì per tre secoli anche da cappella privata all'adiacente Villa Nava; in esso è stato peraltro celebrato, nell'anno 1806, il matrimonio del poeta milanese Carlo Porta con Vincenza Prevosti.
 Nel 1888 i Padri Barnabiti costruirono nelle vicinanze la loro nuova chiesa.
 Questo significò per l'oratorio un lento e inarrestabile declino fino ad arrivare ad uno stato di completo degrado e di totale abbandono.
 L'oratorio dei Re Magi è rinato, nell'anno 2000, grazie ad un intervento di restauro conservativo finanziato dal Comune di Erba, dalla Regione Lombardia e da alcuni privati.
ORATORIO DI S. BERNARDINO
 La chiesetta-oratorio dedicata a San Bernardino è situata nella località omonima fra Brugora e Proserpio, quasi al termine della via Manzoni, in posizione sopraelevata, all'incrocio con la via Cardinal Federico Borromeo.
 La chiesa presenta una soluzione strutturale a navata unica, con tetto a vista, sostenuto da muri perimetrali e da due archi ogivali innestati nelle pareti laterali. Il vano absidale è a pianta quadra, volta a botte, con un unico altare. Campanile a vela e sacrestia addossata al corpo principale delineano la configurazione odierna del monumento. Lo schema costruttivo, molto semplice, è allineato ai canoni del repertorio tardo-gotico, ancora predominanti nel periodo della sua edificazione (metà '400)
ORATORIO DI SAN GIORGIO
 L'edificio religioso, detto in altri documenti San Giorgio Silvestris o in Silvis, è situato in posizione sopraelevata nell'omonima via e originariamente vi si accedeva attraverso un vialetto di cipressi, del quale sono rimasti solo due esemplari.
 Si può pensare, sulla base dell'isolamento e della titolazione ad un Santo guerriero che la chiesa fosse nata nell'ambito di un castello, la cui presenza è documentata dall'anno 891, al tempo dei Garimberti, una famiglia di notai abitante a Crevenna.
 Da un documento esistente nella Biblioteca Ambrosiana di Milano risulta che San Giorgio de Ruxmada" (Crevenna) esisteva già nel 1398.
ORATORIO DI SANT'AMBROGIO
 In amena posizione sopra ad una collinetta da cui si domina un bellissimo panorama. Vi si accede per mezzo di una scalinata della I Guerra Mondiale (1915 - 1918).
 L'origine della chiesetta è molto antica, probabilmente anteriore al XV secolo. Fino al 1517 circa fungeva da chiesa parrocchiale, poi fu unita alla parrocchia di Brugora (Arcellasco).
ORATORIO DI SAN BARTOLOMEO
 Situato nella villa ex Belgioioso, ora di proprietà Lado, adiacente alla piazzetta della frazione Parravicino, l'oratorio trecentesco di San Bartolomeo fu fatto erigere in memoria del padre Beltramo (in latino Bartolomeus), da Fabrizio Parravicini, ultimo console di Chiavenna, vissuto intorno al 1250.
 Successe poi nella proprietà il figlio Antonio, detto Tignacca.
 Nel 1375 l'oratorio passò, per disposizione testamentaria, al milite milanese Guelfo Parravicini, figlio del predetto Tignacca, sotto l'invocazione di Sant'Antonio Abate.

 Ex proprietà dei marchesi Mainoni d'Intignana, ed ora proprietà del Comune è stato rimaneggiata a fine '800 dall'Architetto Achille Mainoni che aggiornò col suo eclettismo l'edificio, appartenuto al Settecento canonico Carl'Antonio Prina. II Viale dei Cipressi, posto all'ingresso, ripete il cannocchiale prospettico di villa Crivelli; le statue che lo fiancheggiano non sono quelle originali, andate perdute: il comune che nella villa ha sede, le ha sostituite con altre.
 panoramica, che si affacciava sulla piazza, oggi non esiste più. Annesso alla Villa, un esteso parco, aperto al pubblico, che conserva un tempietto proveniente dalla villa Reale di Monza: fu Umberto I a donarlo ai Mainoni.
TEATRO LICINIUM
 E’ stato costruito nel 1928 per iniziativa dei fratelli Alberto e Federico Airoldi.
 Le linee sobrie ed eleganti immerse nella cornice naturale di un parco hanno ospitato numerosi testi della drammaturgia classica, ma il Licinium ha legato la sua maggior fama ad un dramma sacro “La Passione di nostro Signore Gesù Cristo”.
 Dopo un periodo di abbandono durato diversi anni, nel 1993 sono ricominciate le rappresentazioni teatrali.